Con Cristo e con Marx-parte 2

SANDINO E FARABUNDO MARTÌ,LA GENESI DEL PENSIERO RIVOLUZIONARIO


SANDINO


Figlio illegittimo di un ricco coltivatore di caffè,venne abbandonato all’età di nove anni da sua madre e crebbe con la nonna matera dove per sopravvivere fu costretto a lavorare.
Nel 1912 assistette alla prima invasione americana del Nicaragua,evento che lo sconvolse e che contribuì alla formazione del suo pensiero politico.
Nel 1921 fugge dal paese dopo aver ferito tale Dagoberto Rivas,figlio di un sostenitore del partito conservatore,che aveva provocato il Nostro.
Sandino andò a lavorare nelle piantagioni di importanti multinazionali americane in Honduras e in Guatemala e per aziende petrolifere americane in Messico.
Qui entrò in contatto con gli ambienti sindacalisti rivoluzionari,socialisti ed anarchici messicani ma soprattutto conobbe le gesta della Rivoluzione messicana che trasformano il suo pensiero politico,rendendolo un feroce antiimperialista.
Nel 1925 scoppiò una prima guerra civile tra liberali e conservatori.
Domata in un primo momento,nel 1926 il conflitto si riaccese con una maggior potenza dopo il ritorno al potere del conservatore Chamorro,il presidente del vergognoso patto Bryan-Chamorro con il quale concesse agli USA basi militari e la possibilità di costruire il canale del Nicaragua.
Nel frattempo Sandino era rientrato nel 1926 nel paese e si unì all’esercito ribelle.
Dopo aver appreso le tattiche della guerriglia,alla guida della Colonna segoviana,riesce ad ottenere importanti successi e a prendere l’iniziativa nella guerra civile.
La rivolta venne sedata grazie al sostegno dei marines americani che sconfissero il generale Moncada,leader di quella parte dell’esercito che si schierò con i liberali,che dopo essersi venduto agli americani venne eletto presidente del paese.
Nel 1927 il nuovo presidente firma il cosiddetto Pacto del Espino Negro con il quale impose la resa e il disarmo dell’esercito ribelle e consentì la supervisione delle elezioni da parte dei marines americani.
Sandino però rifiutò la resa e continuò la battaglia per la libertà e la giustizia sociale nel suo paese.
Dalla sua base sulle montagne de Las Segovias costituì un piccolo esercito formato da volontari,in maggioranza contadini,gli stessi dannati della Terra sfruttati dalle multinazionali americane del campo agroalimentari e dai locali latifondisti che grazie a Sandino hanno avuto il coraggio di dire no ad una vita fatta di stenti e miseria e che per ottenere la loro liberazione da tutto ciò sono disposti anche ad imbracciare un fucile.
Il loro obiettivo iniziale è il ritorno al governo costituzionale ma dinanzi all’aumentare della portata e della forza dell’intervento americano,i rivoluzionari scelsero la via della guerra di liberazione nazionale antiimperialista per liberare il paese dall’occupazione straniera.
Prese così definitivamente forma l’Esercito difensore della sovranità nazionale del Nicaragua e vennero fissati i suoi obiettivi finali.
Con l’avanzare del conflitto l’esercito guidato dal “Generale degli uomini liberi”,come venne soprannominato Sandino,aumentò di numero ma rimase sempre fondamentalmente composto da proletari e contadini a cui in un secondo momento si aggiunsero brigate internazionali di intellettuali e studenti provenienti da altre regioni dell’America Latina.
Sandino ricevette un forte sostegno da intellettuali e artisti latinoamericani come la cilena Gabriela Mistral,l’honduregno Froylan Turcios o la dominicana Ercilia Pepin che contribuirono alla creazione della sua leggenda.
Ricevette invece un discontinuo sostegno da parte del movimento comunista internazionale.
A livello nazionale,i comunisti gli garantirono sempre un coerente sostengo e collaborò anche con il comunista salvadoregno Farabundo Martì mentre venne accusato nel 1929 dall’Internazionale comunista di essere un ”leader piccolo borghese”.
Ricevette l’accusa di essere un revisionista anche dal partito comunista messicano quando decise di firmare la pace con il governo di Managua dopo il definitivo ritiro delle truppe americane dal paese.
Tuttavia la sua figura di guerrigliero ed eroe della lotta per la libertà dei popoli coloniali venne apprezzata enormemente dai partiti comunisti del Terzo mondo,per esempio in Cina una delle divisioni dell’esercito rivoluzionario cinese venne chiamata “Sandino”.
Il Nostro identifica la causa principale del sottosviluppo del paese nella borghesia compradora che piega lo sviluppo dell’economia nazionale alla coltivazione e alla vendita del caffè,settore di cui ha il monopolio.
Questa oligarchia,secondo il “pensamiento” di Sandino,deve essere spazzata via e le terre redistribuite ai contadini.
Affianco a questa riforma agraria devono essere incentivate la creazione di cooperative gestite dai lavoratori che devono diventare il motore principale dello sviluppo delle forze produttive nazionali.
La debole struttura economica creata da un'economia piegata agli interessi della borghesia compradora (la svalutazione del prezzo del caffè causata dalla crisi del ‘29 mise in ginocchio l’economia nicaraguense),ha reso necessarie delle riforme economiche che vadano nella direzione opposta agli interessi della classe sociale egemone.
Per fare questo si rese necessario cacciare via dal paese gli americani,rompendo così le catene che da troppo tempo legavano il Nicaragua e il suo sviluppo agli interessi yankee.
L’analisi di Sandino però non si limita alla sola realtà nicaraguense ma coinvolge tutta l’America Latina.Per il “Generale degli uomini liberi” una sconfitta del capitalismo imperialista americano è possibile solamente grazie ad una ferma opposizione di tutta l’America Latina che riunita sotto un'unica bandiera sarà in grado di opporre una forte resistenza al moloch nordamericano e di seppellire finalmente la nefasta Dottrina Monroe.
In questo modo raccoglie l’eredità del grande Simon Bolivar e del suo progetto di unità continentale,anticipando di decenni le scelte e le idee di statisti del calibro di Fidel Castro e Hugo Chavez.
La volontà di Sandino di rifarsi alle idee del Libertador traspare nettamente dal documento da lui scritto nel 1929 chiamato Plan de realización del supremo sueño de Bolívar e inviato a tutti i capi di governo dell’America Latina,in cui si legge che:


“il capitalismo nordamericano (USA) è arrivato alla fase suprema del suo sviluppo, trasformandosi di conseguenza, in imperialismo, e che ormai non rispetta più alcuna teoria di diritto né di giustizia passando, senza alcun rispetto, sopra gli inamovibili principi della Indipendenza degli stati dell’America Latina”.


Inoltre dichiara:


“abolita la dottrina Monroe e, di conseguenza, annulla la pretesa di tale dottrina di immischiarsi nella politica interna ed esterna degli Stati Latinoamericani”


La nuova guerra di Sandino contro i lacchè dell’imperialismo americano e i marines inizia nel 1927 quando le sue truppe attaccano la città di Ocotal presidiata da truppe americane.
Tra il 1931 e il 1932,l’insurrezione di Sandino si estende in tutto il paese nonostante la netta inferiorità di uomini e mezzi rispetto al nemico che per fermare i guerriglieri risponde con la violenza sui civili tra cui i primi bombardamenti e mitragliamenti aerei sulla popolazione civile della storia.
Ciò portò inevitabilmente al radicalizzarsi dello scontro e all’aumento del sostegno  popolare alla guerriglia che viene spiegato brillantemente dall’Associazione di amicizia e solidarietà Italia-Nicaragua:


“ Si tratta, infatti, di una vera e propria guerra popolare, basata su un'ideologia nazionalista, la quale pone al centro del proprio programma la questione patriottica ed antimperialista, e che trae la propria forza dalla radicata coscienza dell'origine indigena ancestrale della popolazione nicaraguense, in quanto tale opposta ad un'America totalmente dominata dagli anglosassoni, ossia dai gringos.
Le radici di questa lotta, in netto contrasto con l'alienazione delle classi dominanti centroamericane, sono la ragione fondamentale dell'ascendente di Sandino sulla popolazione rurale, che gli consente di riportare successive ed importanti vittorie, le quali gli assicurano il controllo su vaste regioni dell'interno. È anche la causa, però, dei suoi limiti politici, della mancanza di un progetto di presa del potere e di ricostruzione della società su basi nuove.”


I successi della guerriglia e la crisi del ‘29 convinsero gli USA ad abbandonare il paese,con i guerriglieri ormai alle porte di Managua,senza però prima aver creato la Guardia Nacional per tutelare i propri interessi nell’area e per sconfiggere Sandino.
Dopo il ritiro delle truppe straniere venne eletto Sacasa come presidente e il Nostro si convinse della possibilità di aprire un dialogo per porre fine alle ostilità.
La pace venne firmata nel 1933.
Il trattato prevedeva il reintegro nella società civile dei guerriglieri a cui dovevano essere assegnati dei terreni incolti di proprietà statale.
Sandino invece si ritirò a Wiwilí dove creò una serie di cooperative per gestire in comune i terreni agricoli e una vicina miniera.
Tuttavia gli accordi non vennero rispettati dal governo e gli ex guerriglieri iniziarono ad essere perseguitati e uccisi,ciò provocò l’ira di Sandino.
Nel 1934 Il Nostro venne invitato ad un colloquio per discutere con Sacasa di questi problemi,al termine dell’incontro venne ucciso sulla strada del ritorno per Wiwilí.
Nel frattempo Wiwilí venne circondata dalla Guardia Nacional che massacrò la popolazione locale senza pietà.
Sacasa venne rapidamente liquidato da Somoza,capo della Guardia Nacional,che instaurò una quarantennale dittatura filo-americana della sua famiglia nel paese.
I tentativi disperati del nuovo padrone del Nicaragua di cancellare la memoria,le gesta e la mistica romantica ed eroica di Sandino fallirono e la sua morte non fece altro che spargere milioni di semi nel paese che al momento giusto germinarono spazzando via la tigre di carta somozista.


FARABUNDO MARTÌ


Farabundo Martì nacque il 5 maggio del 1893 a Teotepeque,in El Salvador,da una famiglia borghese,il padre fu il sindaco della sua città.
Sin dall’infanzia,però,si scontrò con la dura realtà che lo circondava,caratterizzata dalla miseria estrema dei contadini e degli indios.
Il periodo della sua infanzia,infatti,risente delle politiche di esproprio delle terre ai contadini e agli indios perpetrate dagli oligarchi-latifondisti del caffè.
Questa sua intima connessione con gli ultimi gli fece prendere la decisione di abbandonare gli studi universitari e di partecipare alle attività insurrezionali dei contadini e degli operai contro l’oligarchia nel periodo che va dal 1918 al 1924.
Durante questo periodo inizia la sua formazione politica che lo avvicinerà all’ideologia comunista.
Il suo pensiero antiimperialista lo fece solidarizzare con alcune importanti cause rivoluzionarie del continente nel corso della sua vita.Fondò associazioni come la “Lega antiimperialista delle Americhe” e ”Il soccorso rosso internazionale”.
Fu membro anche del partito comunista messicano e fondatore del partito comunista centroamericano.
Il suo sostegno ad una manifestazione di studenti universitari guatemaltechi e salvadoregni,animati dall’ideale di unità centroamericana del grande Morazan,contro la dittatura delle oligarchie che opprimevano i loro paesi,gli costò l’esilio che gli permise di viaggiare in molti paesi dell’America Centrale,Settentrionale e dei Caraibi.
In Guatemala,dove venne deportato da El Salvador,si unì alle lotte dei lavoratori contro la locale dittatura e qui fondò il partito comunista centroamericano nel 1925.
Lo scopo principale dell’organizzazione era quello di unire la classe operaia di tutto il Centro America.
Dopo la sua dissoluzione tornò clandestinamente nel suo paese e lavorò per la locale federazione dei lavoratori.
Nel 1928 si unì all’esercito di Sandino che combatteva contro gli invasori americani in Nicaragua.
Sotto le armi nacque una forte amicizia tra i due guerriglieri,legame che permise sempre un inossidabile e sincera collaborazione tra i guerriglieri salvadoregni e sandinisti durante i conflitti armati degli anni ‘80.
Per Sandino,in questo periodo,fu anche il delegato alla “Lega antiimperialista delle Americhe”.
Nel 1930 tornò ad El Salvador dove fondò il locale partito comunista con il quale si pose alla testa delle rivolte dei lavoratori contro il regime degli oligarchi,la cu situazione economica peggiorò notevolmente con la contemporanea crisi del 1929.

Il clima di instabilità creatosi nel paese favorì il golpe di Maximiliano Hernandez Martinez che represse nel sangue le rivolte proletarie foraggiate dai comunisti e catturò Farabundo Martì.
Il Nostro cadde fucilato assieme ad altri suoi tre compagni il 1 febbraio 1932,gridando nel mezzo della sua tragica fine il suo ultimo grido di lotta e di speranza.
Il pensiero politico di Farabundo Martì è notevolmente influenzato dal marxismo-leninismo classico e dal “Pensamiento Sandino”.
Nelle analisi politico-sociali del Nostro hanno una grande importanze i contadini e gli indios,l’analisi delle loro condizioni di vita,del loro ruolo nella società e i modi con cui organizzare la loro insurrezione.
La sua intelligenza politica gli impediva di rifiutare compromessi utili con la borghesia se funzionali alla causa del socialismo.
Rivestiva una grande importanza nel suo pensiero politico anche l'anti imperialismo e l’internazionalismo,in maniera particolare la difesa della sovranità nazionale e la lotta per l'unità del Centro America.

Commenti