Con Cristo e con Marx-parte 3

La dinastia Somoza e il FSLN

La fine della guerra porta ad un compromesso tra l’oligarchia locale e Somoza.
I primi si occuperanno di gestire solamente i propri affari mentre il secondo,utilizzando la Guardia Nacional e il suo partito liberale costituzionalista,gestirà gli affari del paese in piena sintonia con gli USA.
Tuttavia il boom della coltivazione del cotone degli anni Cinquanta permise alla famiglia Somoza di diventare proprietaria di un decimo della terra coltivabile del Nicaragua e di trasformarsi nel principale produttore di zucchero e caffè con importanti interessi anche nell’industria.
Questo atteggiamento e la diffusa ostilità nei confronti della Guardia Nacional,portò Somoza ad inimicarsi ampi strati della società nicaraguense,compresa la borghesia che iniziava a non digerire più la corruzione del regime.
Il controllo sull’economia era facilitato dal monopolio di Somoza dei contatti con gli USA,i cui investimenti nel paese si fecero sempre più massicci con il passare degli anni,fatto che rafforzò non poco il potere del loro burattino nicaraguense.
Nel 1950 si arrivò addirittura ad un compromesso tra partito liberale e conservatore che di fatto consegnò il potere assoluto nelle mani del tiranno e della sua famiglia ma il tutto servì per dare una parvenza di democrazia al paese,con i due partiti,gli unici ad essere legali,che ad ogni elezione poterono liberamente spartirsi seggi e potere.
A livello internazionale Somoza sostenne tutti i più importanti tentativi di destabilizzazione dell’America Latina promossi dagli USA,come per esempio gli attacchi del 1948 al governo progressista del Costa Rica di José Figueres o il supporto militare dato agli statunitensi per rovesciare il governo del presidente guatemalteco Jacobo Arbenz nel 1954.
Nel 1956,nei pressi di Leon,Somoza fu ucciso dal giovane poeta e rivoluzionario Rigoberto Lopez che si infiltrò in una festa dove era presente il tiranno e gli sparò uccidendolo.
Poco dopo venne barbaramente ucciso dalla Guardia Nacional che trasformò il giovane eroe in un simbolo di ribellione contro la dittatura somozista.
Lopez era vicino alle posizione del partito liberale indipendente,che a sua volta faceva suo quello che abbiamo chiamato pensamiento Sandino,e decise che l’unico modo per far scattare la rivoluzione e porre fine alla dittatura e al dominio straniero era quello di uccidere il dittatore.
Il suo sacrificio fu inutile,divenne l’emblema di un movimento rivoluzionario non ancora formato e che frequentemente emetteva i suoi primi vagiti di rivolta.
Il successore di Anastasio Somoza fu suo figlio maggiore,Luis Somoza Debayle,che proseguì la linea di totale allineamento a Washington inaugurata dal padre.
Il Nicaragua in questo periodo fornì aiuti alla CIA e ai dissidenti cubani per preparare lo sbarco della Baia dei Porci per cercare di rovesciare il governo rivoluzionario di Fidel Castro a Cuba.
In questi anni si registra un'impennata degli investimenti USA sulla costa Atlantica del paese,rimasta sempre isolata dai fatti del resto del Nicaragua e della capitale Managua.
La situazione di dominio neocoloniale non viene subita passivamente dai cittadini nicaraguensi.Sul finire degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta si verificano i primi tentativi di insurrezione nel paese,favoriti anche dalle prime crisi politiche della dittatura,tutti stroncati sul nascere dalla Guardia Nacional.
In questo turbolento periodo nacque,il 23 luglio del 1961,il Frente Sandinista de Liberacion Nacional (FSLN) alla cui guida c’erano Carlos Fonseca,Silvio Mayorga e Tomas Borge.
Lo scopo del movimento guerrigliero era quello di sconfiggere la dittatura somozista e liberare il paese dall’oppressione straniera,rifacendosi al pensamiento Sandino,al marxismo-leninismo e all’influenza notevole della figura di Fidel Castro.
La risposta USA non si fece attendere.Aumentano considerevolmente i numeri dei membri della Guardia Nacional mandati a studiare negli USA e alla Scuola delle Americhe,centro di formazione per futuri dittatori latinoamericani e di studio di azioni contro i movimenti di guerriglia,di Panama.
Lo sviluppo industriale basato sulla monocoltura del cotone,in mano ai Somoza,inizia a recare gravi danni alla borghesia nicaraguense che inizia a mostrare i primi seri segni del dissenso che porta alla formazione della Uno (Unione nazionale di opposizione).
A ciò la dittatura rispose imponendo,nel 1965,René Schick Gutierrez come presidente per dare una parvenza di liberalizzazione del regime.
La paura di una democratizzazione del paese portò all’uccisione di Schick nel 1966.
Il dissenso borghese non portò mai ad uno scontro frontale con i Somoza,che nonostante andavano ormai in maniera ingombrante ad attaccare i suoi interessi finirono sempre con lo scendere a patti.
Questa è la situazione economica del paese in quel periodo che descrive l’Associazione d’amicizia e solidarietà Italia-Nicaragua:

“Per avere un'idea della situazione sociale interna, fra il 1950 ed il 1971, Managua quadruplica la propria popolazione, passando da circa centodieci mila abitanti ad oltre quattrocentomila, facendo crescere in maniera spropositata le bidonville nelle periferie della capitale. Oltre il 50% della popolazione è analfabeta, malgrado che le statistiche ufficiali del regime parlino del 18% del bilancio statale destinato all'istruzione. Il sistema scolastico è basato sulle elementari, le quali hanno però una durata di soli due o tre anni (a seconda delle zone del paese). La maggior parte degli scolari che apprende le nozioni basilari della scrittura durante questo breve periodo di tempo, ben presto le dimentica completamente.
Alla fine degli Anni Sessanta viene avviato un processo di industrializzazione, mentre nuovi settori si vanno sviluppando con capitali nazionali e stranieri. L'industria partecipa per il 28%, contro il 23% dell'agricoltura. Lo sviluppo industriale, anche se ancora embrionale, crea un nuovo settore di proletariato urbano.
Il processo di industrializzazione, comunque, investe anche l'agricoltura, la quale è, per tradizione oramai consolidata, fortemente caratterizzata e destinata all'esportazione. Tre soli prodotti (cotone, caffè, carne bovina) rappresentano più del 53% delle esportazioni totali del paese. La struttura fondiaria è molto concentrata: il 21,8% delle aziende sfrutta, prima della guerra antisomozista, l'82,5% delle terre coltivabili. Il rilancio della coltivazione cotoniera negli Anni Cinquanta e l'integrazione economica centroamericana negli Anni Sessanta, avviano un processo di meccanizzazione e specializzazione basato sullo sfruttamento della manodopera ed accompagnato da un relativo sviluppo dell'industria connessa ad alcune attività agro pastorali (raffinerie di zucchero, carne congelata). Il grande capitale mantiene il controllo dell'intero processo rivolto soprattutto all'esportazione, mentre il paese resta un forte importatore di alimenti.”

Nel 1967 al secondo Somoza gli succede Anastasio Somoza che nello stesso anno reprime nel sangue una manifestazione della Uno convocata a Managua.
Il nuovo tiranno della dinastia Somoza si rivela più feroce dei precedenti membri della dinastia amica di Washington,reprimendo con forza ogni forma di protesta,ogni forma di dissenso “legale” negando di fatto la possibilità di distruggere per via democratica la dittatura e spingendo sulle posizione del FSLN la parte progressista del clero nicaraguense,vicina alla Teologia della liberazione.
In questo periodo il FSLN organizza una serie di rivolte prontamente represse in cui morirà uno dei fondatori del movimento guerrigliero,Silvio Mayorga.
Queste disfatte porteranno ad una serie di riflessioni interne al movimento che avranno come risultato una generale riorganizzazione del FSLN.
Nel 1971 i sandinisti,aiutati dai gesuiti,occupano l’Universidad CentroAmericana.
Questo evento,assieme ad altre numerose rivolte,costringono Somoza a rifiutare una rielezione a Presidente del paese nominando al suo posto un triumvirato a lui fedele.
La crisi politica diventa anche economica.
La situazione viene aggravata dal terremoto del 1972,a cui si affianca la Ley economica che porta a sessante le ore settimanali.
La legge porta a delle immense proteste che costringono il tiranno a ritirarla.
La dipendenza del Nicaragua dal commercio con l'estero è senza dubbio il problema economico più grave del paese,dati gli enormi squilibri nella bilancia commerciale. Attraverso il contraddittorio andamento dell'economia negli Anni Settanta, le esportazioni non sono mai sufficienti a finanziare il processo di sviluppo. L'indebitamento con l'estero si va sempre più aggravando, fino ad ammontare nel 1977 ad 1,2 miliardi di dollari, mentre il Prodotto interno lordo (Pil) è di soli 2,2 miliardi di dollari. Già in questo periodo, il servizio del debito (gli interessi) è di trecento milioni di dollari annuali
Nel 1974,Somoza vince le elezioni grazie a dei brogli elettorali che generarono l’indignazione della borghesia nicaraguense che costituisce l’Unione democratica di liberazione (Udel) a cui aderisce anche il partito comunista.
L’ultimo periodo del regime è contrassegnato da una leggera liberalizzazione del paese,con l’apertura di spazi per un confronto democratico a cui però si affianca l’acuirsi dello scontro con il FSLN.
Somoza,per mezzo della Guardia Nacional e con il supporto degli USA,lancia l’operazione “Incudine e martello” con la quale perpetua barbari massacri nelle campagne e nelle montagne del Nicaragua dove vengono uccisi oltre tremila contadini.

L’operazione,di fatto,distrusse tutto il lavoro di organizzazione nelle campagne e nelle città fatto dal FSLN che nel 1976 vide morire un altro dei suoi fondatori,il leggendario Comandante Carlos Fonseca.

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