Con Cristo e con Marx-parte 1

Tra gli anni ‘70 e ‘80 dello scorso secolo il Centro America venne scosso da due poderose rivoluzioni di popolo in Nicaragua ed El Salvador,due rivoluzione estremamente connesse negli intenti iniziali e nell’esito finale.

PREMESSE

Dopo l’esplorazione e la conquista da parte degli spagnoli,tutto il Centro America venne incorporato nel Vicereame della Nuova Spagna.
Gli indios locali,sconfitti facilmente dagli invasori ,vennero sterminati o ridotti in schiavitù per servire la nascente aristocrazia agraria nei suoi enormi latifondi.
Durante le lotte per l’indipendenza delle colonie spagnole in America Latina,il Nicaragua venne incorporato nell’Impero messicano mentre El Salvador vi entrò dopo una breve parentesi sotto il dominio del vicino Guatemala.
Negli anni successivi vennero fatti dei tentativi per costruire un unico soggetto politico che comprendesse tutto il Centro America,sforzi che risultarono fallimentari e che portarono alla nascita degli attuali stati centroamericani.
I decenni successivi furono dominati in entrambi i paesi dallo scontro tra i partiti dell'élite,i liberali e i conservatori.
In El Salvador,indistintamente dal partito al governo,prevalsero gli interessi dei latifondisti produttori di caffé,cultura che venne introdotta nel paese alla fine dell’Ottocento.Ciò portò alla svendita di tutti gli appezzamenti pubblici o incolti ma di proprietà collettiva.
Questa situazione permase nel paese fino al 1931.
Il Nicaragua,invece,divenne un tassello importante nelle strategie geopolitiche degli USA visto il ruolo di ponte tra l’Oceano Pacifico e Atlantico che ricopriva.
Gli interessi americani si inserirono perfettamente nello scontro tra liberali e conservatori.
Alcuni generali liberali,infatti,chiesero aiuto ad un mercenario americano,William Walker,e al suo piccolo esercito di banditi per vincere la guerra civile nel frattempo scoppiata nel paese.
Grazie ai suoi successi militari riuscì ad essere eletto presidente nel 1856 e ad essere riconosciuto come tale dagli USA,nonostante la spedizione del mercenario violasse ogni trattato internazionale allora in vigore.
Dopo aver instaurato una dittatura assieme ai suoi “soci in affari”,cercò di unificare con la forza il Centro America,andando però a scontrarsi con gli interessi di molti industriali americani che infatti finanziarono gli eserciti degli stati centroamericani che sconfissero Walker.
Per ottenere il sostegno delle frange più conservatrici e razziste dell'elite americana revocò il decreto,da lui stesso in precedenza emanato,con il quale aveva abolito la schiavitù.
Walker,tornato negli USA e accolto dalla gente come un eroe,trovò nuovi finanziamenti e cercò di riprendere il potere in Nicaragua ma venne fermato dalla flotta inglese.
Gli inglesi vedevano Walker come una minaccia ai loro interessi nell’area e per questo lo consegnarono alle autorità dell’Honduras.
Venne fucilato il 12 settembre 1860.
Dopo questa turbolenta parentesi,il paese entrò in un periodo di relativa stabilità e prosperità economica con 30 anni di dominio dei conservatori che seppero tener fuori la nazione dalle periodiche guerre tra le nazioni centroamericane.
La prese del potere da parte del liberale José Santos Zelaya del 1893 pone fine al trentennio conservatore.
Il governo di Zelaya si trasforma rapidamente in una dittatura che si opporrà con decisione alla penetrazione americana nel paese cercando di regolare l’accesso agli straniere delle risorse nicaraguensi e opponendosi ai loro piani per la costruzione del Canale del Nicaragua.
Per queste ragioni gli USA offrirono il loro sostegno ai ribelli conservatori contro il presidente.
Nel 1909,dopo l’uccisione di 500 ribelli tra cui due statunitensi,con la scusa di proteggere cittadini e proprietà americane vennero inviate nel paese due navi da guerre.
L’invasione portò alle dimissioni di Zelaya e tra il 1910 e il 1926 ci fu un periodo di dominio del partito conservatore sul paese.
Iniziò così un lungo periodo di occupazione americana che terminò nel 1933,salvo alcuni brevi periodo come nel 1926 quando il ritiro dei marines portò ad una nuova guerra civile tra liberali e conservatori,e che vide periodiche invasioni da parte dei marines sotto la bandiera della sempre di moda democrazia del cannone.
In questo periodo emerse anche la figura del leggendario capo guerrigliero Sandino di cui parleremo in seguito più nel dettaglio.
Nel 1933 gli USA abbandonarono il paese dopo aver creato la Guardia Nacional,una forza armata nicaraguense composta da militari e poliziotti al sostenuti e addestrati dagli americani per servire i loro interessi,a capo di queste nuove forze armate venne posto il fedele Anastasio Somoza che inaugurò la dittatura militare della sua famiglia in Nicaragua.

Contemporaneamente in El Salvador prese il potere con un golpe,nel 1931,il generale Maximiliano Hernandez assieme un gruppo di militari sostenuti dagli oligarchi del caffè che hanno sempre indirizzato le politiche del paese infastiditi dal presidente riformista Arturo Araujo.
I primi anni della dittatura di Hernandez furono caratterizzati da una feroce repressione della rivolta di contadini e indigeni che infiammò il paese nei primi mesi del 1932 che portò all’uccisione di circa 10000/40000 persone e ad una feroce repressione del partito comunista locale che culminò con l'uccisione del leader guerrigliero Farabundo Martì,di cui parleremo nel dettaglio in seguito.
La dittatura prese con gli anni un taglio decisamente fascista e si allineò con le potenze dell’Asse,stringendo ottime relazioni diplomatiche con nazioni come la Spagna di Franco o l’Impero giapponese.
Hernandez si ispirò apertamente a Mussolini nella gestione del potere e creò un partito unico simile a quello fascista presente in Italia,inoltre nominò Eberhardt Bohnsted,generale della Wehrmacht,direttore della Scuola Militare.
Con la guerra terminò l'allineamento del paese all’Asse e ci fu un poderoso rilancio delle esportazioni verso gli USA.
La politica economica di Hernandez fu molto vicina agli interessi degli oligarchi del caffè a cui per esempio condonò i debiti quando i profitti provenienti dalle vendite del caffè diminuirono.
Finanziò numerose opere pubbliche,emanò la legge per il bene della famiglia per sostenere la sicurezza sociale delle famiglie e riuscì con la “ley 41” a porre un freno all’aumento della criminalità.
Dal 1939 iniziò anche l’industrializzazione del paese.
Tuttavia Hernandez si inimicò gli oligarchi del paese quando iniziò una serie di politiche per redistribuire moderatamente le terre ai contadini e facilitare il loro accesso al credito.
Il colpo di grazia alla suo regime fu senza dubbio l’aumento delle tasse sulle esportazioni che portò all'inevitabile reazione della borghesia compradora.
La dittatura però crollò a seguito di un enorme sciopero generale di protesta che coinvolse tutto il paese a causa del tentativo di prolungare il proprio mandato presidenziale.Questa enorme mobilitazione del popolo salvadoregno costrinse,nel 1944,Hernandez a dimettersi e ad andare in esilio dove morì assassinato dal suo autista nel 1966.
I decenni successivi furono caratterizzati da una forte instabilità e dal susseguirsi di governi militari o governi civili fortemente influenzati dai militari fino al 1979 quando venne creata una giunta di governo composta da militari e civili.

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